Dalla dittatura alla democrazia… preferibilmente!
Ho iniziato la lettura del libro di Gene Sharp “Come abbattere un regime – Dalla dittatura alla democrazia”. La passione di tanti movimenti che, in regimi dittatoriali, si impegnano e rischiano per riportare la democrazia nel loro paese, mi spinge a chiedere se in regimi democratici non si rischi di dare la democrazia per scontata e di sottovalutare il fatto che, la storia lo ha dimostrato, il passaggio dalla dittatura alla democrazia non è l’unica direzione del rapporto tra i due termini.
Non sono un complottista. Sarò ingenuo, ma non credo all’esistenza di organizzazioni così intelligenti, solide e potenti da poter consapevolmente dirigere la società globale verso un generale regime dittatoriale, senza nemmeno apparire, senza nemmeno far percepire la propria esistenza. Piuttosto, sono convinto che una serie di scelte particolari possa portare a derive verso scenari non desiderati.
Comunque, per rendere la presentazione più vivida, immaginiamo pure che ci sia una SPECTRE con l’obiettivo di abbattere i regimi democratici. Mi chiedo: a che punto è dell’attuazione del suo nefasto piano? C’è da preoccuparsi?
Essendo una organizzazione segreta, probabilmente la SPECTRE starà usando la strategia della rana bollita, per cui a prima vista tutto ci apparià assolutamente normale.
Mi chiedete in che cosa consiste la “strategia della rana bollita”? Viene da una storiella portata alla ribalta da Noam Chomsky, secondo la quale se si mette una rana nell’acqua bollente, essa ne verrà scottata e salterà fuori dalla pentola. Se invece la si fa nuotare tranquillamente in una pentola d’acqua fredda che viene poi scaldata piano piano, quando si accorgerà della pericolosità della temperatura dell’acqua sarà ormai troppo tardi.
Dunque, se la SPECTRE sta facendo un buon lavoro, dovremmo riconoscere che l’acqua è diventata fastidiosamente calda, ma visto che vi siamo immersi, non è facile. Dovremmo in qualche modo riconoscere che un’altra normalità sarebbe possibile, che non è necessario tollerare questo fastidio, che c’è la possibilità di trovare refrigerio fuori dalla pentola.
Parto allora da due fastidi che hanno attirato la mia attenzione.
Uno è Elon Musk. Non è la persona in sé, che può piacere o meno, ad infastidirmi (per quanto, che gli imprenditori-monopolisti della digital economy siano assurti a idoli da ammirare per il loro successo, un qualche fastidio me lo crea). E’ il fatto che si sia dimostrato una figura politica più importante di tanti politici eletti. Solo negli ultimi tempi, Volodymyr Zelens’ky e Banjamin Nethanyau hanno dovuto incontrarlo di persona perché dalle sue scelte di “accendere” o “spegnere” Starlink dipendevano i destini di tanti soldati sul campo. Xi Jimping ha disertato una cena di gala con rappresentanti politici americani per incontrarlo. Ma nessuno ha mai eletto Elon ad arbitro del mondo. Qualcuno potrebbe dire: questo è un aspetto positivo della democrazia, che il potere sia diffuso, quindi con anche la possibilità che una fetta di esso sia in mano a soggetti privati invece che al governo. Pur considerando questa obiezione, io continuo a preferire che le decisioni geo-politiche siano in mano a politici eletti.
Il secondo fastidio viene dalle frasette che spesso si sentono e che fanno capire che politici democraticamente eletti non godono della massima ammirazione e del massimo rispetto da parte dei cittadini (per usare un eufemismo). Ma come, un Elon Musk, che bravo quanto si vuole, ha sostanzialmente trovato un modo creativo per farci spendere i nostri soldi, è ammirato ed è diventato un attore politico di primaria importanza, pur senza un’investitura democratica. Quelle persone che noi stessi abbiamo scelto attraverso elezioni democratiche e a cui abbiamo delegato decisioni importanti per il bene della comunità di cui facciamo parte, sono ben meno considerate?
C’è per me qui un’illogicità, un paradosso. E come i deja-vu di Matrix, i paradossi possono essere piccoli segnali che qualche cosa non va, anche se apparentemente sembra tutto normale. La SPECTRE sta allungando i suoi tentacoli? Forse non serve scomodare la SPECTRE: basta ripercorrere, questa volta consapevolmente, i passaggi che ci hanno portato a questa situazione.
Ad esempio, mi viene in mente che il modo di fare le campagne elettorali, le aspettative magiche rispetto a quello che dovrebbe fare la politica, il bisogno di intrattenimento che sempre più chiediamo al dibattito politico, pur non essendo per forza “mali” in se stessi, messi in serie ci stanno portando in direzioni che io reputo non soddisfacenti. Ci stanno portando a “bollire”.
Posta la questione in questi termini, qualche idea su che cosa si potrebbe fare di diverso mi viene…e lo prendo come un buon segno.